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Il Presidente di GIOMI, Emmanuel Miraglia, si sta dimostrando un leader visionario e competente nel guidare l’azienda verso nuove vette di successo. In un’intervista esclusiva, Miraglia non solo traccia il percorso che l’azienda ha compiuto nel passato, ma illustra anche le nuove prospettive della Sanità e i servizi innovativi che GIOMI offrirà ai cittadini.

La lungimiranza di Miraglia è evidente nella sua capacità di anticipare i bisogni dei pazienti e di adattare l’azienda alle richieste del mercato. Grazie alla sua guida, GIOMI è diventata un’azienda di grande importanza nel settore sanitario, offrendo servizi di alta qualità e tecnologie all’avanguardia.

In questa intervista, il Presidente traccia una storia del Gruppo per poi focalizzarsi sull’impegno costante di GIOMI per offrire servizi sempre più innovativi e personalizzati ai suoi clienti.

Come inizia la storia di GIOMI?

Il nostro Gruppo nasce oltre settant’anni fa: è partito da Reggio Calabria, si è allargato in Sicilia, nel Lazio, in Toscana e in Puglia e abbiamo affermato la nostra presenza soprattutto nel centro-sud. Il suo core business è stato sin da subito l’ortopedia, tanto che la lettera O della sigla GIOMI, sta proprio per Ortopedia.

Siamo stati da subito un’eccellenza anche a livello nazionale, nel senso che negli anni ’50-’60-’70 erano poche le Strutture private che si interessavano all’ortopedia e alla traumatologia, soprattutto ad alti livelli.

Poi il Gruppo si è allargato e si sono inserite altre attività.

Oggi, infatti, la gamma che tratta il Gruppo GIOMI va dalla cardiochirurgia, all’ostetricia, alla neurochirurgia, all’ortopedia e ad altre branche.

Le nostre eccellenze nascono da un input che ci siamo dati sin dall’inizio, che è quello di puntare sulla qualità. Le prestazioni devono essere erogate dai nostri medici tramite una presenza costante del dottore nell’ospedale. I nostri medici sono tutti contrattualizzati a tempo pieno e hanno l’esclusiva del rapporto, condizione che in Italia non è facile da trovare, ma che pretendiamo perché vogliamo che il paziente sia garantito non solo dal punto di vista dell’intervento chirurgico, ma dell’assistenza nel corso della sua degenza.

Le degenze brevi sono un’altra delle nostre particolarità, degenze che portano alla dimissione del paziente in tempi rapidissimi, al massimo tre o quattro giorni, in modo che il paziente sia quanto prima a casa. Questo vale per tutti gli interventi protesici e nel campo dell’ortopedia: sotto questo aspetto, abbiamo attività protesiche per il ginocchio, per l’anca, per la spalla, con tutte le più moderne tecnologie.

L’aspetto che ci caratterizza e distingue rispetto ad altre Strutture è quello di seguire il nostro paziente anche dal punto di vista infermieristico, considerandolo non solo come una persona che ha bisogno di cure, ma che necessita di essere accompagnato.

Stiamo attenti, ad esempio, che il paziente non si ritrovi mai “abbandonato” in una corsia dell’ospedale o in reparto, magari in una stanza singola, e facciamo in modo che, anche se non può ricevere visite dei familiari tutti i giorni, possa rimanere in un ambiente che abbia un carattere di familiarità.

Un’altra eccellenza delle nostre Strutture è l’attività robotica, applicata in tutti i campi. Questo lavoro prosegue da diversi anni e facciamo sì che le tecnologie all’avanguardia siano a disposizione di tutti i pazienti che si affidano a noi. I nostri ospiti sanno di poter trovare degli operatori che hanno delle casistiche operatorie molto importanti, in quanto nel nostro Gruppo si fanno decine di migliaia di interventi ogni anno, e questo porta il paziente a sentirsi maggiormente tranquillo.

Curiamo anche l’emergenza, attraverso i nostri pronto soccorso, dal momento che tutte le nostre strutture hanno terapie intensive convenzionate, per poter gestire tutto quello che riguarda la gestione dell’emergenza.

Abbiamo poi una particolare attenzione per la ricerca. Abbiamo, infatti, una società, la GIR, che pensa a garantire il continuo miglioramento delle tecniche operative e, sempre sulla ricerca, ci occupiamo molto dell’aggiornamento scientifico.

Lo facciamo, ad esempio, tramite le pubblicazioni: abbiamo infatti una rivista, l’Acta Orthopaedica Italica, nata nel 1956, che è una delle più antiche nel campo ortopedico.

A Latina, inoltre, nella nostra Struttura più grande, abbiamo anche una intera facoltà di Medicina, quella de “La Sapienza”, che ha aperto presso di noi un polo dal grande successo.

Si tratta di un caso straordinario, che permette la presenza degli studenti all’interno di un ospedale, cosicché questi, già dal terzo o quarto anno, possano frequentare le corsie, vivere a contatto con i loro docenti e con i pazienti e seguire tutte le attività operatorie e di pronto soccorso, arrivando alla laurea con una preparazione che molto spesso altri medici non hanno.

Ci sono poi i corsi di specializzazione, garantiti dalla facoltà di Medicina della Sapienza, che portano ad una esperienza diretta non solo nell’ortopedia, ma anche nella chirurgia, nella medicina generale, nella cardiologia, nell’urologia. Siamo in grado di formare degli specialisti estremamente preparati, sia dal punto di vista teorico che pratico.

Il Gruppo GIOMI ovviamente continua a crescere. Stiamo eseguendo delle acquisizioni, soprattutto su domanda degli stessi imprenditori. Questo accade perché nel campo sanitario i piccoli imprenditori sono consapevoli di poter risolvere i loro problemi, soprattutto dal punto di vista organizzativo, affidandosi ad un Gruppo più grande. Ed è per questo che noi, già da circa 10 anni, abbiamo avviato diverse attività, ad esempio in Germania, dove abbiamo una subholding.

Questo discorso vale soprattutto nel campo della terza età, dove abbiamo delle strutture all’avanguardia. In questo caso, siamo stati in grado di unire alla tecnologia tedesca il senso dell’unione e dell’appartenenza alla famiglia tipicamente italiano, proprio per pazienti della terza età.

Ma il Gruppo GIOMI ha dimostrato negli anni anche una particolare cura per il medico, per la sua figura e le sue prospettive professionali.

L’attenzione che dedichiamo ai medici è un’altra nostra caratteristica. Quando ancora non si pensava a un trattamento lavorativo specifico per gli operatori del settore medico nel mondo privato, oltre mezzo secolo fa, noi siamo stati i primi a stipulare un contratto integrativo interregionale.

Dal momento che allora c’erano solo alcune Strutture in Calabria e in Sicilia, la nostra iniziativa è stata presa ad esempio anche da altre Strutture.

Il nostro contratto integrativo, ad esempio, prevede particolari riconoscimenti dal punto di vista professionale ed economico per i medici che vogliono dedicarsi alla promozione di pubblicazioni su riviste internazionali o che ottengono premi internazionali. Inoltre, abbiamo previsto un anno “sabbatico”, nel senso che ogni nostro medico, per contratto, ha diritto ad un anno di aggiornamento per arrivare ad un nuovo livello di preparazione.

Inoltre, se il medico partecipa a convegni internazionali con delle relazioni importanti, non solo gli vengono rimborsate le spese e il soggiorno, ma riceve anche un premio, perché porta la sua esperienza all’estero e acquisisce esperienze che poi condivide all’interno del Gruppo.

Quando i nostri medici girano il mondo, in altre parole, portano il dibattito medico all’interno delle nostre Strutture.

Inoltre, organizziamo convegni tra le varie Strutture per costruire un database di casistiche molto ampio. Abbiamo inserito il primo “registro delle protesi” che vengono impiantate nel nostro Gruppo, in modo tale che vengano catalogate ed inserite in una piattaforma, il che permette ai nostri medici di ottenere risposte attingendo ad una enorme miniera di informazioni.

In questo modo, possiamo capire se un particolare tipo di protesi può essere indicata per una persona di 50 anni o di 80 anni, o se un determinato tipo di intervento è preferibile o meno in caso di una patologia pregressa.

Tutto ciò sulla base di casistiche che vengono studiate e catalogate e che comprendono decine di migliaia di interventi.

L’ultima grande “lezione” per il Gruppo GIOMI, ovviamente, è stato il Covid.

Sin dai primi mesi dell’emergenza Covid, abbiamo capito che c’era la necessità di pensare a una Sanità diversa. Abbiamo quindi creato dei percorsi all’interno degli ospedali, garantendo la sicurezza per i pazienti. Forse abbiamo anche “esagerato” nel limitare l’accesso ai parenti, ma abbiamo sempre garantito il contatto con i familiari attraverso meccanismi di videoconferenze o video collegamenti.

Abbiamo messo a disposizione della Sanità pubblica alcune delle nostre Strutture ospedaliere, ospitando interi reparti ospedalieri per liberare posti letto negli ospedali e fare spazio ai reparti Covid.

In alcuni casi, le nostre Strutture si sono state trasformate in veri e propri centri Covid e sono state messe a disposizione della Regione. In altri casi, abbiamo creato dei reparti appositi, su richiesta del Presidente Emiliano, come quando abbiamo attrezzato la più grande Struttura di Bari con oltre 150 posti letto in poche settimane per risolvere un problema urgente.

Tutto questo ha sicuramente migliorato il nostro lavoro in prospettiva futura, poiché determinate accortezze ed esigenze sono state maggiormente identificate rispetto alla normalità.

Abbiamo inoltre partecipato alla campagna di vaccinazione, eseguendo mezzo milione di vaccinazioni soprattutto nel Lazio. Abbiamo ricevuto persino un riconoscimento da parte della Regione, proprio per l’appoggio che abbiamo dato alla campagna vaccinale.

Quale servizi offrirete nel prossimo futuro?

Abbiamo in serbo diversi progetti importanti nel Lazio in aderenza al Programma del nuovo Governatore Francesco Rocca . Il primo è quello di trasformare il nostro pronto soccorso da monospecialistico a polispecialistico, dando un grosso respiro alla Sanità e alla gestione delle emergenze nella provincia di Latina.

Il secondo problema che vogliamo affrontare riguarda proprio le liste d’attesa, in senso più generale. Abbiamo dei progetti, che abbiamo presentato più volte ma che finora non hanno avuto riscontri. Questi progetti sono stati illustrati insieme al Preside della Facoltà di Medicina, Professor Della Rocca, in un forum organizzato recentemente a Latina alla presenza di parlamentari e componenti della Giunta Regionale e riguardano il problema della TAC e della risonanza per il paziente oncologico e cardiopatico : un progetto di screening oncologico.

Vi è poi un progetto di medicina molecolare. Quest’ultima è una caratteristica nuova, che ci darà l’appoggio necessario per risolvere il problema delle liste d’attesa sia dal punto di vista ambulatoriale che dal punto di vista del ricovero, permettendoci di aumentare i ricoveri ad alta complessità, sia ortopedica che oncologica.

Il terzo problema che vogliamo risolvere riguarda la riduzione della “Romano-centricità” delle Strutture delle provincie del Lazio. Essendo situati nella provincia di Latina possiamo far sì che gran parte della popolazione, che oggi si rivolge agli ospedali romani, possa rimanere sul territorio.

Questo perché ad oggi il finanziamento che viene concesso dalla Regione Lazio va a svantaggio dei cittadini delle province laziali in favore del cittadino romano. Per risolvere questo tipo di problema, bisogna stabilire un nuovo equilibrio.

Questo lo faremo anche inaugurando una sala chirurgica polifunzionale che è la più moderna d’Europa, e che rientra in una collaborazione con un progetto rientrato nel PNRR e che si aggiunge ad una collaborazione in corso tra Regione Lazio e ICOT per l’assistenza domiciliare.

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